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Il Blog di Francesco Ernandes

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Postilla » Lavoro » Il Blog di Francesco Ernandes » Diritto del lavoro » Studenti-Apprendisti a 15 anni : “Vero Scandalo?”

28 gennaio 2010

Studenti-Apprendisti a 15 anni : “Vero Scandalo?”

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Proposta “shock” o meno si tratta di un “vero” cambiamento apportato con un emendamento al disegno di legge lavoro presentato dal Governo, che ridurrà di un anno, da 16 a 15 anni, sia il limite per l’obbligo scolastico nonché l’età minima per poter lavorare ( autorizzando di fatto l’inizio dell’apprendistato formativo non più dai 16 anni soltanto come disposto dalla finanziaria del 2007, ma dai 15).

 

L’intento governativo è quello di attenuare il problema della c.d “dispersione scolastica”, cioè l’abbandono da parte di molti studenti di ogni attività scolastica e formativa e quindi il recupero di giovanissimi “demotivati” con tendenza al lavoro nero e alla delinquenza.

 

Prevista quindi dalla norma, la possibilità per un giovane di ragazzo di 15 anni di assolvere il suo obbligo scolastico anche lavorando con un contratto di apprendistato; una sorta di contratto “misto” comprendente anche attività di formazione.

 

Dopo l’approvazione in Commissione Lavoro della Camera, si è gridato subito allo “scandalo”; durissime le reazioni di opposizione e sindacati contro la proposta governativa. Particolarmente esplicite le dichiarazioni del Ministro Sacconi secondo cui: “è meglio che questi ragazzi vadano a lavorare in azienda piuttosto che passare un anno a casa a non fare niente, a lavorare al nero, o a finire in attività criminali”.

 

Voi che ne pensate? Personalmente penso che  in fondo “lavorare”  è di fatto già “formare”! e in ogni caso non è sempre meglio che restare con le mani in mano  per questi ragazzi ? A voi il giudizio sull’iniziativa.

Letture: 11857 | Commenti: 12 |
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12 Commenti a “Studenti-Apprendisti a 15 anni : “Vero Scandalo?””

  1. Meri scrive:
    Scritto il 28-1-2010 alle ore 10:26

    Penso che riportare l’età minima per lavorare a 15 anni sia giusto. L’attuale normativa avrebbe avuto un senso se la riforma della scuola avesse previsto il prolungamento della scuola media inferiore a 5 anni e poi due anni di specializzazione; invece con l’attuale sistema rischi di tenere un ragazzo due anni “a scaldare il banco”. Quindi ben venga la riforma.

  2. bianca scrive:
    Scritto il 28-1-2010 alle ore 15:09

    la cultura prima di tutto.- Con il prolungamento dell’obbligo scolastico sono cambiati anche i programmi e ciò che oggi la scuola forma a livello culturale è di gran lunga inferiore rispetto ad un tempo.- Quindi torniamo indietro, ma torniamo indietro in tutto

  3. FRANCO scrive:
    Scritto il 28-1-2010 alle ore 15:47

    Mi sembra giusto che un/una ragazzo/a con due buone braccia/due belle gambe non perda tempo a scuola. E poi ci sono tante possibilità: tronista, velina, escort eccetera. Mi sembra la resa incondizionata al fatto che la scuola pubblica non c’è ed è bene che non ci sia perché, delle famose tre I (Inglese, Informatica, Impresa) l’unica che conta davvero è la quarta cioé Ignoranza.

  4. Gerardo scrive:
    Scritto il 28-1-2010 alle ore 16:11

    Penso sia giusto anche perche il rischio puo essere la strada o il lavoro in nero.La scuola puo introdurre il giovane nel mondo dle lavoro prima che sia troppo tardi.

  5. Pietro scrive:
    Scritto il 28-1-2010 alle ore 16:30

    In linea di principio sono d’accordo.
    A quell’età ci sono molti ragazzi che vorrebbero provare l’esperienza del lavoro. Ai miei tempi si poteva accedere al lavoro già a 14 anni e molti di noi hanno avuto esperienze lavorative d’estate, buone a raggranellare qualche soldo per gli sfizi, ma anche a provare davvero cosa vuol dire l’impegno, la puntualità e il rispetto per i compagni di lavoro.
    Si tratta però di contemperare, assieme all’esigenza di offrire l’opportunità a chi lo desidera, quella di non incentivare ulteriormente una uscita anticipata da scuola per il vantaggio di poter disporre di una manodopera facile da manipolare e a basso prezzo.

  6. franco scrive:
    Scritto il 28-1-2010 alle ore 17:25

    Sono d’accordo per l’abbassamento dell’età per iniziare l’apprendistato.Così i giovani cominciano a considerare chi lavora e rispettano gli altri.Che vogliono i Sindacati ? Vogliono creare disoccupati ? I giovani mangiano per caso con la Carta Costituzionale o pensano che il lavoro glilo trovino i Centri per l’Impiego ?
    Franco

  7. Enzo scrive:
    Scritto il 29-1-2010 alle ore 12:04

    Secondo la mia decennale esperienza nel mondo del lavoro vedo quale principale il problema della conoscenza del “lavoro” e quindi dell’orientamento a fare… si ma che cosa: i più
    non sanno cosa “fare” per cosi dire da grandi.
    Apprendista si a 15 anni…ma di che cosa?
    La scuola, le istituzioni pubbliche , le associazioni di categoria i sindacati, ecc. debbono promuovere la conoscenza, anche tramite internet, facendo partecipi i giovani, studenti
    o meno circa le “attività esistenti”, aprendo
    anche una casa del lavoro (work huose)..invece
    del “grande fratello” o altri reality….quando
    la realtà “lavorativa” resta sconosciuta…..ed
    ahimè assai dura…
    Grazie per l’attenzione.
    Enzo

  8. Pietro scrive:
    Scritto il 29-1-2010 alle ore 19:38

    Mah, ho due ragazzi che hanno da poco superato quell’età e avrebbero voluto mettersi alla prova durante i mesi estivi. Non cercavano cose sofisticate, anzi, forse per contraltare all’attività intellettuale della scuola, avrebbero preferito lavorare con le mani.

    Però gli ostacoli erano molti e norme forse eccessivamente protezionistiche non incentivavano le imprese ad impiegare manodopera minorile nemmeno per periodi molto brevi. Quindi non è stato possibile e mi è dispiacioto.

    Ripeto: non vorrei mai che si incentivare una fuoriuscita anticipata dalla scuola, ma che si offrisse a quei giovani che lo desiderano una opportunità di crescita integrativa e complementare allo studio.

  9. maria scrive:
    Scritto il 29-1-2010 alle ore 21:00

    Fino a qualche anno fa, i ragazzi nel pomeriggio andavano nei campi, nelle falegnamerie, nelle officine, ecc. Io stessa nel tempo libero dalla scuola lavoravo, a 14 15 anni, mi sono laureata e sono una affermata professionista con la consapevolezza di saper fare anche un lavoro manuale in caso di necessità.
    Erano tempi in cui non era concepibile l’ozio.
    Altri ragazzi non hanno continuato gli studi ma hanno scoperto la loro vera vocazione. Personalmente, ritengo che per mio figlio l’istruzione sia importante, lui sogna di fare lo scienziato e di scoprire qualcosa di importante, ma per farmi contenta dovrà almeno fare un corso da pizzaiolo.

  10. Emanuele scrive:
    Scritto il 3-2-2010 alle ore 18:23

    Se il problema è l’alternativa fra la strada e l’azienda, allora perchè fermarsi a 15; sulla base di un test psico-attitudinale si potrebbe iniziare a lavorare a 13 o a 11.

    Ma forse, se proprio il problema è non lasciare i bambini in strada, perchè non mettere i “dispersi” in luoghi protetti, magari con le sbarre.. così da fargli capire l’antifona.

    Qualcuno ha commentato che “ai suoi tempi…” ma appunto ora i tempi sono cambiati e con queste disposizioni si crea un esercito di persone dequalificate, senza futuro che, al massimo faranno concorrenza ai lavoratori stranieri.

    Qualcuno degli autorevoli commentatori si è per caso accorto che ora il meccanico usa il PC per fare i test alle auto? Qualcuno dei medesimi autorevoli pensa di mandare i propri figli al lavoro a 15 anni? O pensa ai figli degli altri… i “dispersi”.

  11. maria scrive:
    Scritto il 4-2-2010 alle ore 20:31

    Oggi i nostri ragazzi hanno le migliori possibilità per apprendere e crescere culturalmente, ma il problema è che non tutti si sentono portati per lo studio.Se una ragazza anzichè frequentare una qualsiasi scuola con scarso profitto, decide che vuole fare apprendistato come estestista a 14 anni, perchè obbligarla? Se un ragazzo durante le vacanze estive anzichè girovagare tutto il tempo, vuole lavorare per tre ore al giorno, qual’è il problema?

  12. Giorgio scrive:
    Scritto il 10-2-2010 alle ore 15:27

    Sarò materiale, ma penso che a 15/16 anni (è poi così un problema un anno di differenza?) molti ragazzi vorrebbero lavorare spinti dall’esigenza di guadagnare qualche soldo per rendersi autonomi dai genitori, quindi ben venga la possibilità di lavorare e imparare seguendo questa valida strada, magari maturando già i contributi per la sempre più incerta pensione. Meglio assecondare i propri desideri e bisogni che andare a scuola malvolentieri, farsi bocciare, bigiare. Se poi un ragazzo è intelligente, curioso, volenteroso si cercherà ugualmente altri modi per imparare quello che gli interessa, anche perchè generalmente cultura e istruzione si apprezzano di più da adulti. A questo proposito il legislatore e le scuole di ogni ordine e grado dovrebbero favorire ancora di più la possibilità di frequentare nuovi corsi, serali e nell’week-end, a chi già lavora

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